La recente decisione del Garante per la protezione dei dati personali, di ordinare l’immediata limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, ha sollevato seri interrogativi circa la sicurezza e la protezione dei dati della popolare piattaforma ChatGPT.
Sulla scia di questo sviluppo, il dibattito pubblico si è concentrato sul potenziale impatto di questa decisione sulla privacy e sulla sicurezza degli utenti della piattaforma. Mentre la mossa è stata accolta da molti come un passo necessario per garantire la privacy e la sicurezza, rimangono domande su come la sospensione influenzerà gli utenti abituali della piattaforma.
OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la char di intelligenza artificiale, è stata messa in guardia dal Garante per la protezione dei dati personali che deve rispettare le normative europee curva il GDPR.
La mossa dell’Autorità si inserisce in un più ampio sforzo per garantire che i dati degli utenti italiani siano adeguatamente protetti. Nell’ambito di questo sforzo, l’Autorità ha aperto un’indagine sulla piattaforma per garantirne la conformità alle vigenti norme.
Data l’importanza e la diffusione della piattaforma, è essenziale che OpenAI rispetti le normative sin da subito. Fino ad allora la piattaforma rimarrà sospesa.
È importante ricordare che la sospensione della piattaforma è solo temporanea. Una volta che OpenAI rispetterà le normative sulla privacy, la piattaforma potrà essere riaperta e gli utenti potranno tornare a utilizzare i servizi di intelligenza artificiale forniti.
Il provvedimento riguarda in definitiva la mancanza di informazioni dettagliate sul modo in cui vengono utilizzati i dati raccolti dalla piattaforma per addestrare i sistemi, nonché l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiva dei dati personali. Inoltre, è stato scoperto che le informazioni fornite da ChatGPT non sempre corrispondono ai dati effettivi, con conseguente trattamento inesatto dei dati personali. Ancora, la mancanza di filtri di verifica dell’età espone i minori a risposte inappropriate.
Per tutto ciò OpenAI è tenuta a comunicare le misure adottate per sanare la posizione entro e non oltre 20 giorni, pena una sanzione pecuniaria di 20 milioni di euro o il 4% del fatturato globale, nel frattempo gli utenti italiano non potranno usare la piattaforma.
Restiamo curiosi di sapere come si evolverà la situazione, vi terremo aggiornati.
Maggiori informazioni:
https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9870847